Marco barsanti Photography blog
Abbiamo già affrontato nei precedenti articoli molti degli aspetti legati al viraggio delle stampe fotografiche in bianco e nero. Il reale concetto di viraggio risiede nella modificazione chimica dell’argento che costituisce l’immagine. L’operazione di intonazione è un processo che non solo modifica il colore della stampa, ma apporta notevoli benefici nelle caratteristiche di conservazione. Questo grazie alla sostituzione/rivestimento dell’argento metallico con un composto più stabile.
Esistono tre tipi di “toner” che assolvono perfettamente la funzione conservativa e sono quelli al Selenio, all’Oro, o per solfurazione.
La mia preferenza si è sempre orientata verso il viraggio al selenio, soprattutto per la sottile varietà di toni che è in grado di produrre: dal blu-freddo se abbinato alle carte fotografiche al bromuro fino alle tonalità più calde con le carte al clorobromuro.
Raramente ho preso in considerazione i viraggi per solfurazione, poiché il loro colore pronunciatamene “bruno-seppia” raramente si è abbinato con successo alle mie fotografie. Malgrado questo, la letteratura tecnica ci insegna, che per ottenere il massimo dell’effetto protettivo da un viraggio, è necessario affidarsi proprio a quest’ultima categoria di toners.
I viraggi per solfurazione:
Una delle cause principali del deterioramento dell’immagine fotografica è da individuarsi nella presenza di alcune sostanze inquinanti nell’aria, responsabili di indurre ad una progressiva trasformazione dell’argento metallico in solfuro d’argento.
Provocando artificialmente questa trasformazione (per mezzo di un viraggio per solfurazione), l’immagine non potrà manifestare nuovi deterioramenti nel tempo in quanto già a priori modificata.
I viraggi per solfurazione possono agire secondo due distinti principi:
1. Tramite uno sbianchimento dell’immagine in una soluzione di Ferricianuro e Bromuro di Potassio, ed un successivo risviluppo in un altro bagno costituito da Solfuro di Sodio o Tiourea (quest’ultima vantaggiosa perchè inodore).
2. Attraverso un’intonazione graduale diretta, a temperatura ambiente, ottenuta per solfurazione in un bagno composto da un polisolfuro (Solfuro di Potassio) combinato a Carbonato di Sodio.
Molta letteratura tecnica specifica, consiglia, al fine di ottenere la massima protezione sulla stampa, di usare una miscela di due toners: uno al polisolfuro, l’altro al selenio La piena efficacia protettiva è assicurata dall’azione simultanea dei due: il viraggio al selenio forma uno strato protettivo di selenite d’argento, quello al polisolfuro converte l’immagine in solfuro d’argento.
Formule commerciali:
In passato sia Agfa che Kodak proponevano un bagno di viraggio basato su questo principio chimico: ne erano un esempio l’Agfa Viradon Brown Toner e il Kodak Polytoner.
Il Polytoner non è oggi più disponibile, poiché Kodak ne ha cessato la produzione; Agfa invece ha trasformato il Viradon attuale in un viraggio al polisolfuro semplice, senza più l’aggiunta di una componente al selenio. Il prodotto è commercializzato nella forma di liquido concentrato da diluirsi con acqua nella proporzione di 1+50, ma si possono usare diluizione superiori con il vantaggio di valutarne meglio il risultato progressivo. L’odore della soluzione è quello sgradevole, tipico dei viraggi per solfurazione.
Come poter quindi cercare di ottenere un effetto equivalente nonostante l’attuale assenza di prodotti chimici commerciali di questa categoria? Semplicemente ricorrendo ad una miscelazione combinata di un viraggio al polisolfuro (es. l’attuale Agfa Viradon) con un toner al Selenio (es. Kodak Rapid Selenium Toner).
Formula combinata Polisolfuro/Selenio:
La formula che conosco, e di cui non ricordo con esattezza la fonte, è la seguente:
Acqua 500ml
Carbonato di Sodio Anidro 160gr
Agfa Viradon diluito 1+50 320ml
Kodak Rapid Selenium Toner concentrato 80ml.
Acqua fino 1000ml
La diluizione di lavoro consigliata varia da 1+1 fino a 1+3. L’odore tipico della soluzione è quello delle uova marce misto ad una leggera esalazione ammoniacale; è quindi utile ricordarsi di lavorare in un ambiente ben areato. Non credo che la soluzione di lavoro possa essere conservata perché manifesta un rapido deterioramento.
Procedura di utilizzo
1. Preparazione al trattamento:
Inutile dire che le stampe di tipo baritato devono essere state accuratamente lavate prima del viraggio. Qualsiasi residuo d’iposolfito all’interno della fibra provocherà delle macchie evidenti sull’immagine finale. Dovremo fare anche molta attenzione a non usare bagni di fissaggio troppo sfruttati perché potrebbero contribuire all’insorgere di chiazze di diversa colorazione.
Del resto, sarebbe perfettamente inutile programmare un tipo di viraggio di questa categoria, senza esserci attenuti ad un metodo di fissaggio-lavaggio da archivio.
Un metodo sicuramente valido è quello classificato come procedura abbreviata Ilford che con soli 20 min di lavaggio produce una stampa pronta per essere virata (Vedi articolo “Laboratorio” su Gente di Fotografia n.33).
Potrebbe essere comodo accumulare più copie essiccate per sottoporle a viraggio in un secondo tempo.
2. Il bagno di Viraggio
Prima di passare al viraggio, ci sono un paio d’accorgimenti che possono tornare utili nella valutazione del risultato:
– Usare una stampa bagnata e non ancora intonata, identica a quelle da virare, come riferimento durante il trattamento;
– Tagliare un’altra stampa identica in tre o quattro strisce. Ogni “strip” potrà essere virata con tempi diversi per valutare meglio l’entità progressiva della colorazione.
Preferisco usare la formula indicata nella proporzione di 1+1, miscelando il concentrato con acqua demineralizzata. Ho anche sperimentato la diluizione 1+3 (una parte di toner conc. con tre di acqua), ma i tempi di trattamento si allungano considerevolmente.
Accanto alla bacinella del viraggio si prepara un’altra soluzione che avrà la funzione di bagno di stop, e d’aiuto lavaggio. Può andare benissimo il Kodak Hypo Clearing Agent (HCA) alla diluizione di lavoro. Questo bagno (a base di solfito di sodio), applicato dopo un breve risciacquo, bloccherà l’effetto di viraggio prodotto dal polisolfuro.
I tempi di viraggio possono variare, per la diluizione 1+1, dagli 8 min. fino ai 12 min. (24°), ma questo dipende principalmente dal tipo di carta. Naturalmente, a tempi più lunghi di viraggio, corrisponderanno tonalità cromatiche più cariche.
3. Operazioni successive al viraggio:
Dopo il viraggio e lo stop in HCA, un’immersione della stampa per circa due minuti in un bagno indurente, impedirà l’opacizzazione dopo l’asciugatura. Se necessario, anche un delicato passaggio di una spugnetta morbida sulla superficie del foglio, può contribuire ad asportare eventuali sedimenti sulla gelatina.
L’operazione finale, vale a dire il lavaggio, dovrà protrarsi per circa 30-45 min. Per risparmiare sul consumo d’acqua, la tecnica delle due bacinelle descritta in un precedente articolo (“Laboratorio”, Gente di Fotografia n.36), sarà più che idonea.
Risultati cromatici e tonali
Con i viraggi classici per solfurazione (sbianca-solfurazione e al polisolfuro), dopo il trattamento, i toni della fotografia risentono frequentemente di una perdita di profondità dei valori bassi e di un effetto di “sbianchimento” dei valori alti più sottili.
A causa di questo la scala tonale della stampa deve essere sempre adattata all’intervento di viraggio. Si cerca in genere di produrre un’immagine più contrastata e più carica sull’intera scala tonale (più scura), in modo da compensare le variazioni tonali dovute al viraggio.
La formula descritta in quest’articolo non presenta problemi così evidenti; durante la stampa sarà necessario comportarsi come se questa fosse destinata al viraggio al selenio (Laboratorio, Gente di Fotografia n°34).
Prima di tutto, sarà consigliabile porre attenzione all’effetto denominato “dry down”, tipico delle carte baritate. A causa di questo fenomeno, il giudizio dei valori alti a stampa bagnata non è affidabile. Una stampa bagnata appare molto più brillante di quanto lo sia una volta essiccata, soprattutto nelle luci. Per ovviare all’inconveniente dovremo valutare la distribuzione dei toni sempre a stampa essiccata, asciugando forzatamente le provinature e le stampe di lavoro.
Nell’uso di questo viraggio combinato solo i valori profondi aumenteranno, con un rischio di perdita di dettaglio sottile nelle ombre profonde. Sarà sufficiente tenere la fotografia meno contrastata, mantenendo le ombre moderatamente più leggere. Penso che l’uso delle carte a contrasto variabile, abbinate ad un sistema di filtratura continuo, sia insostituibile per mettere in pratica questi sottili aggiustamenti.
Da questa formula si possono ottenere tonalità cromatiche calde molto piacevoli; le colorazioni ottenibili appaiono certamente più moderate rispetto ai colori seppia o bruno intenso dei viraggi per solfurazione e l’effetto graduale d’intonazione può essere controllato ed interrotto a proprio giudizio.
L’abbinamento con le carte fotografiche
Le tonalità ottenibili da questo tipo di viraggio dipendono naturalmente anche dal tipo di carta e dai rivelatori impiegati. Per ottenere degli autentici toni caldi, consiglio l’uso d’emulsioni sensibili al Clorobromuro sviluppate in un rivelatore a tono caldo.
Personalmente gradisco il risultato ottenibile con la carta Agfa Multicontrast Classic FB: la Multicontrast Classic è una carta al clorobromuro, a contrasto variabile. I suoi toni variano a seconda del rivelatore impiegato con un risultato che spazia dalle tonalità neutre a quelle leggermente più calde. Anche il bianco della base, meno abbagliante, viene ad accordarsi con i toni dell’immagine.
Una volta virata in Polisolfuro-Selenio la Multicontrast Classic acquista una tonalità bruno-porpora visibile, ma molto delicata.
Ho provato il viraggio anche con carte al clorobromuro di altri fabbricanti, ottenendo tonalità più pronunciate, ma in ogni modo controllabili attraverso la durata del trattamento.
Il fenomeno di “split toning” che il viraggio al selenio produce sulle carte a contrasto variabile, non avviene con il toner polisolfuro-selenio combinati. Questo effetto, non a caso detto “spezzato”, induce ad un cambio di colorazione dell’immagine solo sui valori medi e profondi (per maggiori dettagli vedi Gente di Fotografia n°35). Nel caso attuale il viraggio avviene progressivamente sul complessivo dei toni.
Tutte le indicazioni fornite fino a adesso possono considerarsi valide anche per le carte politenate RC, con il vantaggio che con queste ultime si possono abbreviare drasticamente tutte le operazioni di lavaggio.
Conclusioni
Sappiamo adesso come poter raggiungere un alto grado di permanenza dell’immagine fotografica. Tale prerogativa non sempre costituisce una reale necessità pratica, ma l’interesse per un viraggio combinato polisolfuro-selenio si esprime principalmente per il suo specifico risultato cromatico.
Nel prossimo articolo prenderemo in esame altre possibilità d’intervento cromatico sulle stampe in bianco e nero.
Testo e immagini © Marco Barsanti
Articolo pubblicato sul numero 38, dell’autunno-inverno 2004 di Gente di Fotografia. Rubrica “Laboratorio”