Il Viraggio al Selenio nella Stampa in Bianco e Nero – seconda parte

Sebbene lo sviluppo della tecnologia digitale costituisca oggi un’ottima alternativa alla stampa fotografica classica, i maggiori produttori di carte in bianco e nero continuano a proporre una vasta varietà di materiali di tipo tradizionale.
Secondo le proprie esigenze creative, è possibile scegliere fra carte molto differenti per tonalità di grigio, intonazione della base, peso e aspetto della superficie.
In questa classificazione ci troviamo spesso a parlare di “colore” della stampa. Quest’aggettivo può sembrare inadeguato, ma in realtà descrive un’effettiva classificazione cromatica che distingue le tonalità di una fotografia in bianco e nero per il loro grado di calore o freddezza.
Attraverso l’utilizzo dei materiali da stampa, in primo luogo la varietà di carta, la componente chimica del rivelatore ed i trattamenti di viraggio, è possibile ottenere uno slittamento verso l’una o l’altra estremità di colore.
Alcuni anni fa Kodak pubblicava un opuscolo tecnico dove erano riportate tutte le tonalità ottenibili combinando i vari viraggi a più tipi di carta: per questo si parlava di toni neutri, bruno-rossastri, bruno-porpora, bruno-cioccolata, giallo-seppia e così via

In quest’articolo ci occuperemo di come produrre stampe in bianco e nero con tonalità calde attraverso l’uso del viraggio al selenio. Con questo trattamento è possibile raggiungere una vasta varietà di tonalità brune, da lievi a molto pronunciate.

La carta da stampa:
E’ caratteristica tipica delle carte con composizione combinata di cloruro e bromuro d’argento, di generare un’immagine argentica d’intonazione leggermente calda, talvolta abbinata ad una colorazione simile molto sottile, del bianco della base.
Solitamente, per distinguere con chiarezza le differenze tonali dalle carte al bromuro d’argento, è necessario ricorrere ad un confronto visivo fra i due materiali.
Per evidenziare il più possibile la tonalità calda si può ricorrere a due sistemi:
Usare una formula di sviluppo classificata appunto come a tono caldo. In commercio esistono alcuni rivelatori specifici per carte warmtone, ma purtroppo il loro effetto è spesso di scarsa efficacia. In molti casi, il maggior dosaggio di bromuro di potassio di queste formule, può generare una fastidiosa dominante verdastra alla stampa;
Abbinare all’effetto del rivelatore il viraggio al selenio. I migliori risultati in termini d’intensità e qualità cromatica si possono ottenere utilizzando il Kodak Rapid Selenium Toner – KRST.

Esistono due generi di carte warmtone: le classiche a gradazione fissa e quelle a contrasto variabile, queste ultime decisamente più versatili nell’utilizzo.
Attualmente le più diffuse sono la ILFORD Multigrade Warm Tone e la FORTE Polywarmtone ambedue a contrasto variabile e disponibili nelle versioni FB e RC.
Ce ne sono anche altre, di qualità eccellente, ma purtroppo scarsamente diffuse.

Gli effetti d’intonazione del viraggio al Selenio:
Abbiamo già ampiamente discusso sull’uso e gli effetti del viraggio al selenio nel precedente articolo “Laboratorio”, (I vantaggi del viraggio al selenio nella stampa in bianco e nero – prima parte -, Gente di Fotografia n°34). Usando il KRST con le carte a tono caldo significa poter sfruttare ugualmente tutti i vantaggi precedentemente elencati:
Il toner al selenio contribuisce alla conservazione delle stampe incrementandone la permanenza d’archivio.
Provoca un innalzamento del contrasto generale attraverso l’intensificazione dei valori tonali profondi; i neri ne risultano più decisi ed intensi.
A differenza di quanto succede con le carte al bromuro, il viraggio al selenio conferisce alle carte a tono caldo un’ampia gamma di tonalità di colore bruno da molto leggere ad intense.
Voglio precisare ancora una volta che le caratteristiche cromatiche dell’intonazione dipendono da numerose variabili (dal tipo di carta, dalla partita di provenienza, dalla componente chimica del rivelatore, dalla concentrazione e dal tempo di trattamento nel toner).
Sarebbe impresa ardua cercare di classificare gli effetti di viraggio con tutte le carte in commercio, a meno di non avere intenzione di realizzare un vero e proprio trattato specifico sull’argomento.
Nell’ambito del presente articolo circoscriverò il mio esame ad una sola carta, del tipo baritato a contrasto variabile: la FORTE Polywarmtone FB Plus.
Questa carta presenta una base bianca neutra, differenziandosi dalla Ilford Multigrade che come colorazione di fondo mostra invece una leggerissima nuance color crema.
Non ho scelto Forte Polywarmtone per un criterio di preferenza personale, ma semplicemente per il fatto di disporne al momento delle prove di viraggio.

Il trattamento:
Prima di intraprendere la descrizione delle mie prove vorrei nuovamente sottolineare che il viraggio al selenio presenta un certo grado di tossicità. Le precauzioni da adottare per operare in tranquillità sono semplici: da evitare il contatto diretto e prolungato con la pelle (soprattutto del prodotto concentrato) e mantenere sempre ben aerato il locale di lavoro.

Come prima cosa ho ingrandito e sviluppato una fotografia di riferimento sulla quale non sono intervenuto con il toner.
Ho destinato altre cinque copie di questa fotografia al viraggio. Il loro tempo di sviluppo è stato ridotto del 10% ed ho effettuato il fissaggio in un bagno acido, non induritore.
Nota: tutti i dettagli relativi al trattamento sono già stati discussi nella prima parte del presente articolo.

Ho preparato poi tre soluzioni di viraggio ognuna ad un grado di concentrazione diverso:
Una prima soluzione di KRST diluito nella proporzione di 1+20 in aiuto-lavaggio alla “work solution” (es: Kodak Hypo Clearing Agent – HCA); questa combinazione riduce il rischio di macchiare la stampa. Purtroppo la soluzione non si conserva ed è da considerarsi come bagno a perdere.
Le soluzioni 1+9 ed 1+5 possono essere ottenute diluendo il KRST in sola acqua distillata. Ognuna delle due concentrazioni produce un bagno riutilizzabile fino ad esaurimento con buone caratteristiche di conservazione (dai quattro ai sei mesi in bottiglie scure di vetro).

Il viraggio: diluizioni, tempi di trattamento e descrizione dei risultati
Ho fissato a 24°C la temperatura dei bagni assumendo come tempo massimo di trattamento circa otto minuti.

Ecco l’elenco dei distinti interventi di viraggio:
1. Diluizione 1+20, tempo di trattamento 4’00” @ 24°C; per la bassa concentrazione ed il breve tempo di trattamento, l’effetto del viraggio non induce ad evidenti cambiamenti nel colore. E’ neutralizzata la sgradevole tonalità verdognola tipica di molte carte e i valori profondi mostrano un leggero rinforzo (Vedi fotografia 2).

2. Diluizione 1+20, tempo di trattamento 8’00” @ 24°; in questo caso, per il protrarsi del tempo di viraggio, la fotografia tende ad assumere tonalità apprezzabilmente più calde nei valori più bassi, dando inizio ad un fenomeno classificato come di Split Toning o viraggio spezzato. (Articolo “Laboratorio”, Tecniche di viraggio spezzato, Gente di Fotografia n°32) (Vedi fotografia 3).

3. Diluizione 1+9, tempi di trattamento rispettivamente di 4’00” e 8’00” @ 24°C; La maggiore concentrazione di KRST inizia a produrre un effettivo, visibile slittamento cromatico. L’effetto d’intonazione bruno-rossastro sembra rimanere circoscritto ai valori medio-profondi, lasciando inalterati i toni neutri delle alteluci. Lo Split Tonig è un fenomeno tipico con il quale rispondono molte delle carte a contrasto variabile e può, in molti casi, enfatizzare la sensazione di profondità della fotografia. Molti fotografi usano questo effetto selettivo per scopi estetici (Vedi fotografie 4 e 5).

4. Diluizione 1+5, tempo di trattamento 4’00” @ 24°C; la carta Forte Polywarmtone FB sottoposta a viraggio concentrato raggiunge rapidamente l’intonazione completa: l’intera gamma tonale s’indirizza verso una colorazione bruno-rossastra. Il rinforzo dei valori profondi è massimo. E’ sconsigliabile a queste concentrazioni protrarre troppo a lungo il tempo di trattamento, infatti, un overtoning può addirittura invertire i risultati (Vedi fotografia 6).

Ad ogni operazione di viraggio segue un bagno in HCA ed un successivo, completo lavaggio.

Pontile, nei pressi di Brest, Bretagna, 2001 © Marco Barsanti
Stampa sviluppata in rivelatore a tono caldo, non sottoposta a viraggio
Krst diluiz. 1+9, tempo di trattamento 8′ a 24°C
Krst diluiz. 1+5, tempo di trattamento 4′ a 24°C

Conclusioni:
La scelta verso uno specifico tipo d’intonazione può contribuire ad accrescere la qualità estetica ed emozionale di un’opera.
Fra i viraggi quello al selenio è sicuramente da considerarsi il più versatile: è composto da un bagno unico, può produrre sia tonalità fredde sia calde, il suo effetto è variabile a piacimento. La pratica c’insegna a trarre gran vantaggio proprio dai suoi effetti più sottili.

Nel prossimo numero concluderemo l’argomento relativo alla conservazione delle fotografie discutendo gli aspetti legati al lavaggio delle stampe fotografiche.

Testo e immagini © Marco Barsanti

Articolo pubblicato sul numero 35, dell’autunno 2003 di Gente di Fotografia. Rubrica “Laboratorio”

 

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