Laboratorio di Progettazione Fotografica – Lavori Fotografici degli Studenti

Laboratorio di Progettazione Fotografica – Periodo marzo/giugno 2018

Contenuto degli incontri: realizzazione di un Progetto Fotografico.

Quattro mesi di riprese fotografiche, revisioni di gruppo, discussioni, messa a punto estetica e tecnica. Ecco il risultato.

Espongono in questo spazio: Nanni Bertoni; Silvia Cascinelli; Mauro Catelli; Daniela Giannecchini; Carlo Livio; Gabriella Palla; Francesco Scatena


NANNI BERTONI

La città in movimento, Lucca

Quante volte passiamo accanto a piazze, monumenti, scorci famosi riposti nelle nostre città senza domandarci la loro ragione il loro senso.

Il pensiero che vorrei cogliere con queste foto.

Quando si cammina o ci si sofferma in una piazza con i suoi colori, le sue chiese i suoi palazzi che esistono da secoli; quante persone le hanno percorse incrociando i loro sguardi quali pensieri sprigionavano le loro menti.

Quanti significati nascosti in profondità, la voce delle pietre, i suoni, le parole provenienti da generazioni passate che danno anima alle nostre piazze, spazio aperto, luogo di bellezza architettonico, simbolo delle città, luogo di attrazione per viaggiatori di ieri e di oggi.

Quando si attraversa una piazza sia esso un abitante della città o un viaggiatore cosa rappresenta se non un luogo di incontro.

La piazza come un grande incrocio dove camminando scorre la vita.

Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo ad un dialogo.

(Le città invisibili) Italo Calvino



SILVIA CASCINELLI



MAURO CATELLI

Chi, come me, è nato negli anni ’60 ha difficoltà a capire i nativi digitali all’interno dell’elemento informatico, specialmente se questi sono i figli, quello che si vede dall’ esterno è una condizione che rasenta l’alienazione, luci soffuse e presenze che sembrano aleggiare in quella che non è più una camera da letto, ma un’astronave in viaggio nell’etere.

Il mondo è cambiato in modo estremamente veloce, l’evoluzione tecnologica è arrivata senza che ci venissero fornite le istruzioni, la distanza tra genitori e figli è fisiologica, non si può tornare indietro.

Quindi, va bene lo schermo, se a questo si aggiungono anche rapporti affettivi concreti che riescano ad annullare le distanze generazionali.

Mauro Catelli



DANIELA GIANNECCHINI

Untitled

Visioni satellitari da una dimensione parallela. Mare, rocce e materia vivente si fondono senza soluzione di continuità. Queste immagini vogliono regalare a chi le osserva la stessa sensazione della divinatrice balcana che, senza razionalizzare, vede e interpreta il mondo attraverso le figure che emergono dai fondi di caffè.

Satellite visions from a parallel dimension. Sea, rocks and living matter smoothly merging with each other. These images would like to give the beholder the same sensation of the Balkan soothsayer who, instinctively, sees and grasps the world through the signs rising up from coffee grounds.

Daniela Giannecchini

 

 



CARLO LIVIO

Suggestioni Russe

Questo progetto nasce da un viaggio a Mosca e San Pietroburgo, nell’agosto del 2018, mete del grande turismo di massa ma sempre in grado di risvegliare profonde emozioni
in virtù della grandezza della storia, dell’arte e della cultura del popolo russo.
Una volta sul posto il bagaglio di informazioni degli attuali mezzi di comunicazione dilegua lasciando apparire un terreno vergine e incontaminato, pronto ad entrare a far parte della propria esperienza.
Tutto allora può far esprimere meraviglia, risvegliare suoni nascosti fra le pieghe del vissuto.
Una dimensione altra da quella spazio/temporale prende il sopravvento ed eventi accaduti in passato oppure opere d’arte espressione di una creatività universale riprendono vita nel presente, si coniugano con gli affanni del mondo contemporaneo e con la propria personalità.
Il potere evocativo dell’arte si manifesta anche nel prendere per mano lo spettatore e portarlo oltre la dimensione ordinaria della coscienza, dove tutto sembra essere qui, ora, o nel far diventare un museo, con il suo contenuto, un organismo pulsante di vita.
Così certe opere, luoghi o edifici possono rifiorire arricchendo un emozione, un sentire, accostandosi ad altro, contrapponendovisi oppure fondendosi con alcuni aspetti del tutto nuovi del mondo attuale riuscendo a dare un loro contributo per esprimere qualcosa di diverso da ciò per cui sono nati.
Questo lavoro, parte di una raccolta più ampia, sembra nascere per caso, da idee e pensieri che sorgono mentre a posteriori si ripercorrono visivamente gli scatti che sono stati eseguiti assecondando una semplice spinta interiore fondata su un’idea di partenza non troppo definita. Spontaneamente emergono gli accostamenti e altrettanto spontaneamente si manifestano significati inattesi, cangianti a seconda del luogo psichico da cui origina lo sguardo.
Viene da pensare a quella necessità interiore, di cui parla Kandinsky, come motore di un racconto per immagini che scaturisce dalla propria intima natura.

Carlo Livio

 



GABRIELLA PALLA

Omaggio a Jerry Uelsmann

Durante un corso di fotografia ho visto, tra molte immagini, alcuni lavori di Jerry Uelsmann e ne sono restata subito affascinata.

Erano immagini originali, fantasiose, visionarie anche se i singoli elementi che le componevano erano assolutamente normali, quasi banali. Era l’insieme dell’immagine che mi affascinava e mi sorprendeva.

Le foto di Uelsmann hanno un senso di irrealtà, di meraviglia ma anche di incertezza, di inquietudine e di ignoto. Forse sono state proprio queste sensazioni “ negative” ad attrarmi . Infatti, casualmente, ho scoperto il lavoro di Uelsmann in un periodo travagliato della mia vita e quelle immagini così insolite, ambigue, inquietanti avevano per me un fascino profondo, assolutamente personale;sembrava quasi che materializzassero i miei timori e le mie angosce.

Le immagini di Jerry Uelsmann mi sono sembrate straordinarie anche per l’aspetto tecnico poiché sono il risultato della sovrapposizione ed elaborazione di molti negativi cioè di una elaborata e sapiente post-produzione, il tutto in epoca pre-photoshop.

Gabriella Palla

 



FRANCESCO SCATENA

“She ARE”

“La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima”

Henri Bergson

Fermare in un’immagine un legame affettivo, intimo e dinamico, come quello tra mamma e figlia, è stata un’esperienza interiore molto profonda.

Si è trattato di cogliere, nei movimenti naturali e nei gesti quotidiani, due modi di vivere la stessa situazione. Il primo materno, riflessivo ponderato; il secondo infantile, impulsivo leggero.

Questa riflessione ha fatto soffermare la mia attenzione sulle sfacciature, sui particolari, su quella parte della comunicazione non verbale che mette in contatto l’anima. Questo ho cercato di mettere alla base dei miei scatti fotografici, cercando di trasmettere il mio sguardo di marito e di babbo.

Francesco Scatena



 

 

 

 

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: